Cos'è una cerimonia e a cosa serve Cosa rende una cerimonia "vera"
Questo articolo è stato ispirato dall’ennesima volta in cui ho sentito catalogare una cerimonia simbolica come una cerimonia “finta”.
Partiamo dall’inizio, cos’è una cerimonia e a cosa serve?
Secondo il dizionario (in questo caso è il sito Garzanti Linguistica), una cerimonia è la “Celebrazione di un avvenimento civile o religioso, svolta in forma rituale e in modo solenne”.
Le cerimonie hanno, appunto, il compito di celebrare i passaggi della vita, di rendere pubblico un nuovo status.
Un po' di antropologia
Il bisogno di celebrare i passaggi fondamentali della vita è una caratteristica antropologica che appartiene all’uomo dall’alba dei tempi. Le tracce più antiche di una possibile e rudimentale cerimonia funebre risalgono al Paleolitico medio, quindi all’uomo di Neanderthal (tra i 200.000 e i 40.000 anni fa).
Questo rende evidente come questo bisogno esista a prescindere da un qualsiasi credo religioso.
Il processo di secolarizzazione, sempre più accelerato, ci sta portando a riprenderci quelle cerimonie che, negli ultimi decenni e secoli, sono state monopolizzate dalla chiesa, come dalle religioni in genere. Questo permette anche a chi non vuole o non può celebrare una cerimonia religiosa di poter avere una cerimonia solenne ed emozionante, senza doversi accontentare di un rito freddo e impersonale come può essere il semplice rito civile celebrato nei comuni.
Una cerimonia deve avere effetti civili per essere riconosciuta?
La risposta a questa domanda potrebbe sembrare ovvia, invece non lo è.
La definizione del dizionario non menziona alcun tipo di valore civile o legale.
Esistono diverse cerimonie comunemente riconosciute e che, in realtà, non hanno valenza civile, sono puramente simboliche.
Alcuni esempi:
- La cerimonia di laurea: la consegna del certificato di fronte a docenti e parenti è una formalità simbolica. Non vi tolgono il titolo se non doveste partecipare alla cerimonia.
- La cerimonia di premiazione: la mancata partecipazione alla premiazione non toglie il primato al vincitore.
- Il funerale: è l’esempio che credo sia più significativo. Come abbiamo già detto, è una delle cerimonie più antiche (forse la più antica) eppure è puramente simbolica. Serve soprattutto a chi rimane, un ultimo saluto pubblico che sancisce un passaggio definitivo, è sicuramente un aiuto all’elaborazione del lutto, in ogni caso non è obbligatorio celebrarlo, né nella forma religiosa né in quella laica.
Cosa rende una cerimonia “vera”?
Faccio una piccola premessa: esistono due generi di autenticità, quella oggettiva e quella soggettiva. Con questo articolo mi voglio focalizzare sulla seconda, senza voler togliere il valore della prima, data dalla validità civile (quindi dalle firme sugli atti), tenendo comunque presente che, una cerimonia, può racchiudere entrambi gli aspetti.
L’autenticità soggettiva di una cerimonia, quindi, non è data da un valore civile o legale, l’autenticità la danno le persone con la loro genuinità, la da chi partecipa sia attivamente che semplicemente assistendovi ma, per crearla, servono anche le giuste conoscenze e competenze.
Abbiamo detto che una cerimonia viene svolta in “modo rituale”. Quello che sta cambiando, in questi anni, è l’aggiunta dell’individualità delle persone, è il celebrare i passaggi della vita mettendo le persone al centro, creando rituali che non siano dogmatici, stereotipati e uguali per tutti ma che siano piuttosto costruiti rispettando le personalità e le volontà delle persone celebrate, qualunque sia il passaggio da rappresentare.
Una cerimonia, per essere Vera, deve essere riconosciuta da chi vi partecipa.
Quello che conta sono i significati che, i partecipanti, attribuiscono ad essa.
Una cerimonia simbolica, se fatta con i giusti criteri e la giusta competenza, non è un’opera meramente scenografica o di intrattenimento; una cerimonia deve essere studiata nei minimi dettagli a partire dai significati delle simbologie e delle azioni che vengono proposte (aspetti che, invece, vedo molto spesso sottovalutati).
Parlando nello specifico delle cerimonie di nozze, con una cerimonia simbolica andate sicuramente a celebrare le firme sull’atto civile (che siano esse poste contestualmente oppure in un momento diverso) ma non solo; celebrate la vostra storia di coppia, quello che vi ha portati fino a quel giorno speciale e quello che vi augurate per il vostro futuro insieme, per la vostra famiglia.
Le firme sono un passaggio fondamentale ma il matrimonio ha un significato più ampio: siete voi, insieme, con la vostra unicità, i vostri sogni e le vostre speranze, questi sono gli aspetti fondamentali che creano emozioni, nel breve e nel lungo periodo. E questo è quello che porta sempre più coppie ad effettuare il rito civile in un giorno diverso per poi costruire e condividere con i propri cari una cerimonia personale ed emozionante senza il peso e la noia della parte burocratica.
La cerimonia potrà anche essere tecnicamente simbolica ma il vostro matrimonio sarà Vero!
Cosa rende una cerimonia “finta”?
E’ quello che succede quando ci si rivolge a professionisti che non hanno le giuste conoscenze e competenze.
Succede quando non si dà la giusta importanza al momento, considerando la cerimonia come un momento di mero intrattenimento, andando a scimmiottare riti esistenti (rito civile o religioso compresi) senza conoscere i significati di simbologie e azioni.
Succede quando il celebrante considera la cerimonia come un esercizio di stile proprio, togliendo il focus dai veri protagonisti: la coppia.
Succede quando un celebrante indossa una fascia tricolore finta pensando che questo dia maggiore autorevolezza o autenticità. Questo elemento è quello che, secondo me, aggiunge finzione più di tutti gli altri.
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