Quando si parla di matrimonio è impossibile non pensare a tutti quegli usi e costumi che vi girano intorno, quelle tradizioni che, per qualcuno, devono assolutamente essere rispettate e messe in pratica, pena la rovina del matrimonio stesso.
Sono molteplici e variano molto da zona a zona, da regione a regione, da comune a comune, a volte anche di porta in porta.
Riguardano tutti momenti del giorno delle nozze, ad iniziare da prima, passando per il durante e arrivando al dopo cerimonia, fino al momento in cui gli sposi varcheranno la soglia della loro casa.
Per fare qualche esempio:
lo sposo non deve assolutamente vedere né la sposa né l’abito prima della cerimonia
la sposa non può specchiarsi, prima della cerimonia
la sposa deve arrivare in ritardo (senza esagerare…)
il bouquet deve essere consegnato alla sposa dalla madre dello sposo (la suocera!)
l’abito della sposa deve essere bianco
se le fedi dovessero cadere devono essere raccolte dall’officiante
i confetti delle bomboniere devono essere 5
non ci si deve sposare né di martedì né di venerdì
il letto, per la prima notte di nozze, deve essere preparato da ragazze nubili (e illibate) oppure, in zone diverse, da donne sposate che lo riempiranno di caramelle, confetti e monetine. Oppure, in altre zone ancora, viene poggiato sul letto un neonato come buon auspicio di fecondità
la sposa deve varcare la soglia della nuova casa in braccio al suo sposo.
Questi sono solo alcuni esempi ma, nonostante lavori in questo settore ormai da qualche tempo, mi capita ancora di scoprire tradizioni che ignoravo.
A questo punto vorrei fare una premessa: questo articolo non è rivolto a chi cerca le tradizioni della propria zona o qualunque altro tipo di usanza. Posto che ogni persona è libera di seguire qualunque usanza senta propria, questo articolo si rivolge a quelle persone che non vorrebbero seguire le indicazioni delle generazioni passate (mamma, zie, nonne…) ma si sentono in difetto perché non vogliono disattendere le aspettative dei propri cari.
Partiamo dall’inizio: cosa significa “Tradizione”?
In ambito antropologico, per “tradizione” si intende l’insieme di usi, costumi e dei valori a questi collegati che vengono tramandati di generazione in generazione.
Questo significa che, ogni generazione apprende e conserva le tradizioni tramandate ma, inevitabilmente, con il passare degli anni ci si scontra con una realtà diversa e questo comporta continue modifiche degli usi e costumi trasmessi.
Già dagli anni ottanta, infatti, studi antropologici hanno messo in discussione il concetto stesso di “tradizione” per sostenere come la cultura sia insita nell’individuo ed ogni volta che vi è un cambiamento dei tratti culturali avvenga necessariamente una rielaborazione.
Un forte contributo a questo processo di variazione delle tradizioni credo venga dalla secolarizzazione come dalla società sempre più multiculturale anche se, un piccolo esempio, lo abbiamo già vissuto confrontando, per esempio, le tradizioni del nord e del sud Italia (direi molto evidenti nell’ambito del matrimonio!). Sono ormai molti i nuclei che hanno familiarità con i compromessi da mettere in pratica per far convivere tradizioni diverse.
La sempre maggiore consapevolezza della variabilità degli usi e costumi tramandati, sta spingendo sempre più persone a dargli meno peso dando piuttosto valore al proprio vissuto e al proprio sentire, cercando il modo giusto per esprimersi in un modo sentito e autentico.
Nella mia esperienza personale, posso dire di aver visto genitori scettici (quasi contrari) della scelta di una cerimonia simbolica che non rientrava nella loro idea di matrimonio, salvo poi vederli molto coinvolti e commossi durante e dopo la celebrazione.
Quindi, se la mamma, la nonna o la zia vi dicono che il matrimonio DEVE essere fatto in un certo modo perché lo vuole la tradizione, non sentitevi in difetto nel dirgli che quelle tradizioni non vi appartengono, è un naturale processo antropologico.
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